Dagli anni ’90 la pole è diventata sempre più popolare come fitness per tutte le età.
All’inizio del 19° secolo il palo cinese, un’ arte circense antica, viene praticata negli ambiti dello spettacolo sia circense che nel varieté, sui palchi teatrali. Sulle origini della pole che conosciamo esistono diverse teorie che tratteremo più avanti in un altro articolo sulla storia della pole. Oggi guardiamo come dalla metà degli anni ’90 la pole ha iniziato a diffondersi molto velocemente. E’ una eccellente pratica di fitness molto tonificante, estremamente motivante e divertente per chi vi si avvicina. Lavorando in trazione e crescendo gradualmente, anche persone senza preparazione atletica precedente possono praticarla e trovarne molta soddisfazione.
Nello stesso modo in cui la pole conquista il fitness, così velocemente crescono anche le ambizioni di diventare una disciplina sportiva. Già prima del 2000 si organizzano le prime gare e competizioni, sopratutto nei paesi anglo-sassoni. Nel 2005 si conferma la concezione di pole dance come vera e propria disciplina sportiva con il primo campionato del mondo ad Amsterdam. Allora i criteri di giudizio per le giurie non avevano ancora una linea del tutto uniforme, tanto meno un codice di valutazione del tutto chiaro, ma questo non frena ne’ lo sviluppo, ne’ l’entusiasmo della community. La voglia di crescere dei primi atleti di pole sport è molto grande.
Il pole sport si emancipa
Nel 2009 si forma la International Pole Sports Federation (IPSF) con l’intento di creare un codice di punteggio unificato. Ci riesce ed il primo “code of points” ufficiale e condiviso del pole sport diventa una realtà. Così a partire dal 2010 la pole inizia ad essere sempre più conosciuta come sport e non solo come forma espressiva di danza o come mero fenomeno del carosello del fitness sempre in cerca di novità per le palestre. Da allora inizia anche in Italia la sua inarrestabile corsa. Il Pole sport è diventato in poco meno di 10 anni una delle attività di fitness al femminile di maggiore crescita, ma anche una nuova disciplina sportiva con potenziale futuro olimpico all’orizzonte. Decine di persone scoprono ogni mese il pole sport ed ogni anno stanno aprendo nuove scuole. Questo comunque non significa che prima non ci fossero già scuole o singoli atleti di pole sport attivi in Italia.
Pole sport in Italia
Il primo Campionato Italiano di Pole Sport si svolge già nel 2010 a Roma. Senza entrare nel merito di chi è stata o meno la prima pole dancer che ha portato la pole in Italia, o quale organizzazione / scuola ha più o meno merito, ci concentriamo sui valori obiettivi. Sara Brilli è stata la prima campionessa italiana di pole sport, vincendo la gara. Poi, nel 2011, 2012 e 2013 Alessandra Marchetti diventa campionessa italiana e nasce la prima stella del pole sport italiana. Nello stesso 2013 Alessandra conquista anche il podio come prima campionessa del mondo italiana, preannunciando un futuro brillante in questa disciplina per il nostro paese. Lei ha senza dubbio alzato il livello e le prospettive del pole sport – a livello mondiale. Il suo esempio ha servito da motivazione ed ispirazione per molte altre atlete italiane ed internazionali. Con un passato nella ginnastica, Alessandra ha nozioni, linee, pulizia nel movimento ed abilità che prima di allora non erano comuni in questa nuova disciplina nata da poco. La cultura è ancora molto giovane. Da allora in poi sarebbe stato chiaro che anche in Italia sarebbe diventata una disciplina sportiva con campionati e punteggi, pronta per fare un salto di qualità, annunciando quello che sarebbe successo nell’imminente. Basta leggere i commenti sotto il video della routine di Alessandra su YouTube per captare il pulso delle opinioni di 6 anni fa.
Le discipline sportive si evolvono nel tempo. Non è un processo automatico. E’ spesso frutto del impegno individuale, di singoli coach, di piccoli gruppi di persone, associazioni o squadre. Con tanta motivazione personale investono tempo e risorse nella crescita di atleti ed eventualmente nella creazione di un intero indotto. Anche la ginnastica artistica nella sua totalità ha fatto questo sviluppo ad un certo punto della sua storia, quasi due secoli fa. Più recente nella storia dello sport italiano, è stata la ginnastica ritmica a fare questo tipo di sviluppo, premiato con un salto di qualità forse più di ogni altro. Come in ogni evoluzione, anche nel pole sport ci sono incidenti di percorso, più o meno importanti, tra cui uno di portata epocale per questo sport.
POSA o IPSF
Nel 2015 nasce una seconda federazione internazionale. Un’intero blocco di persone e diverse federazioni nazionali si staccano dall’IPSF per formare la Pole Sports and Arts Federation, in breve POSA. Come in ogni evoluzione ed in ogni processo politico si cercano convenzioni che regolano la convivenza. Anche nello sport succede così. Si stabiliscono le regole del gioco che, più o meno restrittive, regolano l’avanzamento dello sport e lo sviluppo della sua cultura. Senza entrare nel merito e nei dettagli della questione, c’erano evidentemente punti di vista e visioni talmente diverse da non essere conciliabili tra le persone coinvolte. In Italia buona parte delle scuole e degli atleti più attivi nel campionato del 2015 hanno scelto di preferire il campionato della POSA. Comunque l’IPSF continua ad organizzare un campionato anche in Italia. Il regolamento delle due federazioni è diverso. C’è chi preferisce l’uno e c’è chi preferisce l’altro. Alcuni atleti partecipano anche in entrambi i campionati.
Il pole sport italiano attuale
Oggi l’Italia è una delle nazioni più attive nel pole sport internazionale con molti atleti di alto livello attivi ed in crescita. La squadra nazionale di pole sport degli atleti POSA ha contato per il secondo anno (2018 e 2019) più di 25 atleti qualificati e presenti al campionato del mondo. L’eredità di Alessandra Marchetti come campionessa del mondo italiana è passata nel 2018 a Bianca Breschi che da diversi anni raccoglie un impressionante numero di primi, secondi e terzi posti nazionali ed internazionali. Nel 2018 è riuscita a salire sul gradino più alto del podio mondiale nella categoria senior woman. Anche lei ha portato la pole a nuovi livelli, diventando campionessa del mondo, ma anche la leader spirituale della squadra nazionale. Il livello attuale di Bianca Breschi le ha permesso di raggiungere tra i più alti punteggi mai registrati in questo sport. Ai più alti livelli nel 2019 ci sono Raffaela Montanaro (USA) 1°, Bianca Breschi 2° e Olena Minina (UKR) 3°, tutte vicinissime per punteggio – ognuna con uno stile personale molto particolare.
La squadra italiana si distingue non solo per le singole eccellenze, ma per la quantità di atleti con un livello molto alto e per il suo potenziale di crescita. Con Bianca arrivata 2°, tra le prime 10 del mondiale 2019 c’erano anche Sofia Telch 4° e Carola Pozzo 8°. Entrambe hanno potenziale inespresso che potrebbero sviluppare presto.
Spesso nella pole si prende come riferimento la categoria senior woman, perché è un po’ vista come la categoria “regina”, come succede nel calcio con la squadra nazionale maschile. Nel pole sport ci sono atleti azzurri fortissimi in quasi tutte le categorie come per esempio Giuseppe Siracusa, Marko Daza e Giacomo Fratini arrivati 2°, 3° e 4° nei senior men 2019 o Claudia Dipilato, Daniela Scanu e Fabrizia Roccato arrivate 1°, 2° e 3° nelle masters 40+ woman per nominare solo alcuni atleti. Sono veramente tanti gli italiani ad altissimo livello internazionale, troppi per nominarli tutti in questo articolo. Più avanti dedicheremo un articolo a ciascuna categoria ed entreremo di più nel merito.
Il futuro del pole sport italiano
L’Italia non si distingue solo per gli ottimi atleti, ma forse per un elemento spesso sottovalutato nei sport giovani come la pole: l’Italia ha un numero elevato di eccellenti coach, allenatori e preparatori atletici. La stessa Alessandra Marchetti è oggi coach della nazionale, una squadra che può contare con il lavoro di coach come Debora Maida ed Eleonora Coppola con molta esperienza, decine di atleti avviati da zero e portati ad alti livelli. Sempre più ex-atlete pluri-premiate di alto livello come Laura Borgognoni si stanno dedicando alla preparazione ed al coaching di atleti più giovani. Questo fa del campionato italiano di pole sport POSA uno dei più tosti e difficili al mondo, che si rispecchia poi nei risultati del campionato del mondo. Nelle Junior B Sofia Novelli è arrivata 1°, Sara Costanzo 3° (1° nel 2018), Federica Lamberti 4° e Matilde Foschi 5°, interrotte solo dalla tedesca Annika Winkler, che si è posizionata 2°. Delle Junior A Emma Galli è arrivata 3°, Sophie Elise Bastiglia 8° ed Ester Krasniqi 10°.
Nel nostro paese lo sport ha una lunga tradizione e cultura. Atleti azzurri hanno vinto e continuano a vincere in tante discipline sportive ed in eventi sportivi dei più alti livelli mondiali. Per quanto riguarda il futuro del pole sport italiano, non potrebbe essere in una posizione migliore. Al momento l’Italia è forte in quasi tutte le categorie, ma ancora più importante di questo, è il settore giovanile. Le junior ci sono e stanno avanzando con la speranza di vedere il pole sport un giorno riconosciuto dal CONI e dall’ IOC, per competere alle Olimpiadi.
Foto di copertina: ©Finnish Pole Fitness Federation / Tomi Jokela
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